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Storie di Relitti


Thistlegorm, il gioiello del mar Rosso

Tutti coloro che sono affascinati dalle bellezze della costa egiziana non possono restare impassibili di fronte alla storia del Thistlegorm, uno dei relitti più suggestivi della  barriera corallina di Sha'ab Alì, nella regione del Sinai occidentale. Costruito nel 1940 presso i cantieri inglesi J.L Thompson & Sons, il Thistlegorm è considerato dai sub esperti e dagli storici appassionati del mondo sommerso un relitto perfetto, senza dubbio uno dei più belli del Mar Rosso.
Il relitto, il cui nome deriva dal gaelico e significa “cargo blu”, faceva parte della flotta Albyn Line ed era noto già all’epoca del suo varo per le sue imponenti dimensioni: 131 metri di lunghezza  per una larghezza di circa 17 metri  ed una stazza pari a 4898 tonnellate.
Prima dell’affondamento, avvenuto a circa 19.5 miglia al largo di Ras Mohamed, il cargo era  utilizzato  soprattutto  per il trasporto di materiale bellico ed aveva già effettuato tre traversate oceaniche negli Stati Uniti, nelle lontane terre delle Indie Orientali e in Argentina.
L’attacco fatale avvenne all’1.30  del mattino del 6 ottobre 1943 da parte di un velivolo tedesco Hienkel III che colpì una stiva del Thistelgorm provocando una forte esplosione: l’affondamento fu molto rapido e costò la vita a 5 cannonieri e a 4 marinai che facevano parte dei 58 componenti dell’equipaggio.
Ma quella del Thistlegorm è anche una storia di eroi: il comandante dell’equipaggio William Ellis fu insignito dall’OBE (Order of the British Empire)  per il soccorso prestato a seguito dell’esplosione; un altro membro dell’equipaggio, Angus Mc Leay, fu decorato con la “Medal George”  e la “Lloyd’s War Medal” per aver salvato un suo compagno di equipaggio  intrappolato sul ponte in fiamme.
Dopo il 1943 il relitto e la sua affascinante vicenda caddero in un totale oblio, per essere poi riscoperti nel 1956 dal comandante  Jacques Yves Cousteau, che, a bordo della sua leggendaria Calypso, stava effettuando delle ricerche nel Mar Rosso.
La scoperta di Cousteau si basava su un’ intuizione che prevedeva un’ esplorazione mediante l’ausilio  di un segnale radar emesso da una stazione fissa sistemata alla sommità del reef di Shag –Rock  e di un ecoscandaglio posizionato a bordo della Calypso.
I primi sommozzatori a scendere sul relitto furono Dumas e Falco: la  scoperta venne pubblicata nel febbraio del 1957 dalla National Geographic riscuotendo un enorme successo.
L’interesse dei subacquei di tutto il mondo tornò a ridestarsi molti anni dopo gli studi di Cousteau, precisamente nel 1991 grazie ad un’ ulteriore ricerca  condotta da Eddy Elias  e dall’equipaggio della “Lady Crissy”.
Il fascino del Thistlegorm è dovuto soprattutto al suo eccezionale carico, rimasto pressoché intatto all’interno delle stive: il relitto trasportava una serie di mezzi destinati alle truppe inglesi che presidiavano l’Africa Settentrionale.
Camion, motociclette, automobili, casse piene di fucili e munizioni, mine anticarro, bombe a mano, sono ancora visibili in un percorso sommerso accessibile anche a subacquei non tecnici.
Negli ultimi anni, soprattutto a causa del turismo subacqueo, l’integrità del relitto è in grave pericolo: nel 2007 l’HEPCA (Hurgada Environmental Protection and Conservation Association), ha collocato 32 boe di ormeggio fisse che però non sono riuscite a limitare i danni che il relitto subisce ad ogni stagione a causa di appassionati incauti e poco rispettosi delle severe leggi in vigore.

 

scritto da Pascali Valentina
pubblicato su www.eclipse-magazine.it
il 15/03/2010

 

 

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