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Storie di Relitti


Wilhelm Gustloff: la più grande tragedia del mare


La tragedia della nave passeggeri “Wilhelm Gustloff”  è nota a tutti come una delle più grandi catastrofi della storia navale. L’eccezionale numero di vittime stimate (oltre 9000) e le intricate vicende che la videro protagonista concorrono senza dubbio ad aumentare l’interesse nei confronti di questo episodio bellico fino a poco tempo fa poco conosciuto. 
Tutto ebbe inizio il 31 gennaio 1936 nella fredda Berna…

Prologo

In una Svizzera ancora poco coinvolta nella morsa delle leggi razziali che di lì a poco cambieranno con forza dirompente il tessuto sociale europeo, uno studente ebreo, David Frankfurter, medita la sua vendetta.
Obiettivo principale della sua furia incontrollata, un’icona dell’antisemitismo, il gerarca Wilhelm Gustloff, leader del NSDAP, il partito nazista svizzero.
Lo scopo di Frankfurter è quello di eliminare quell’uomo e ciò che rappresenta: si illude in questo modo di scuotere la scena europea, di cambiare il corso della storia.
Decide così di recarsi a Davos e, la mattina del 4 febbraio  1936, di presenta a casa di Gustloff, per  portare a termine la sua missione.
Mantiene fede al suo intento.
Con tre colpi di pistola la vita di Wilhelm Gustloff  finisce in quell’istante, nel suo elegante studio, dinnanzi al ritratto austero del venerato Führer.
Per la prima volta un gerarca nazista muore per mano di un ebreo.
Per rendere omaggio alla sua figura,  Hitler in persona ordina che la nuova nave passeggeri  della Società Kraft Durk Freude non fosse dedicata a lui ma a Gustloff, vero martire della causa nazista.

Inaugurazione

L’inaugurazione della “Wilhelm Gustloff” ha luogo presso il cantiere 51 della Blohm & Voss: non si tratta di una nave da crociera particolarmente innovativa, ma rappresenta senza dubbio un ottimo strumento di propaganda, incarnando al tempo stesso  l’ideale dell’unità razziale e quello del sogno tedesco, realizzabile attraverso l’affermazione dell’ideologia nazista.
Il viaggio inaugurale  risale al  24 marzo 1938: il capitano Carl Lübbe, solca  le fredde acque del  Mar del Nord nei mesi estivi, prediligendo di contro la rotta portoghese nei mesi più freddi.
Ma l’Europa sta per divenire, inesorabilmente,  teatro di guerra.
Nell’agosto del 1938 la nave torna ad Amburgo: da quel momento non  ospiterà più spensierati passeggeri ma accoglierà nelle sue cabine le vittime di una guerra sanguinosa ed crudele.

Wilhelm Gustloff: nave passeggeri, Lazerettschiff D, Caserma galleggiante

Dal 22 settembre 1939, subito dopo l’invasione della Polonia, la Wilhelm Gustloff  viene requisita per motivi bellici dalla Kriegsmarine ed adibita a Nave Ospedale (Lazerettschiff D) e svolge questa sua nuova funzione prevalentemente nel Golfo di Danzica.
Nel settembre del 1940 partecipa al primo tentativo tedesco  d’invasione della potenza inglese, un tentativo che fallisce per l’inadeguatezza delle possibilità tedesche.
Dopo la nefasta esperienza inglese , la nave subisce una nuova trasformazione, ospitando, a partire dal novembre del 1940, la II Divisione di Formazione Sottomarina, impegnata nell’addestramento di circa 1000 marinai  da sommergibile.
Ma l’avanzata russa è alle porte ed anche il tragico destino della Wilhelm Gustloff è sempre più vicino.

Epilogo

La rapida ed efficace azione militare sovietica costringe i tedeschi  che occupano la Prussia Orientale ad una rapida fuga: la Wilhelm Gustloff, attraccata al porto di Gotenhafen, dopo ben quattro anni riprende il mare per ospitare circa 10.000 rifugiati. Si tratta di un’operazione di estrema complessità, nella quale sono coinvolte altre navi tra le quali ricordiamo la Cap Arcona,la Pretoria, il Berlin  e il tristemente celebre Goya.
Alle 21:08 del 30 gennaio 1945 il sommergibile russo S-13 comandato da Alexander Marinesko, lancia tre siluri contro la Gustloff: in meno di cinquanta minuti, la nave affonda nelle acque del mar Baltico, provocando la morte di oltre 9.000 rifugiati.
Oggi il relitto della Wilhelm Gustloff è considerato alla stregua di un cimitero di guerra: l’intera area è interdetta alle immersioni ed a qualsiasi altra attività ricreativa, in segno di doveroso rispetto verso la più grande tragedia del mare.

scritto da Pascali Valentina

 

 

 

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